
Leggendo il bilancio sociale di Ato Modena, in modo non semplicistico, o solamente per fare della bassa polemica politica alla quale è bene sottrarsi, emerge con chiarezza come questa autorità svolga un compito di primaria importanza per il governo pubblico di due servizi importanti come quello idrico e quello dell’acqua. Ato svolge un importante ruolo di regolamentazione e di programmazione in una ottica di area vasta.
Alcuni macro dati riportati in questo bilancio sociale, danno il segno della complessità non solo nella gestione ma anche nella programmazione e nella regolazione di questo servizio; come ad esempio i 30milioni di euro che ogni anno vengono investiti sul territorio provinciale per il rinnovo e la sostituzione delle reti obsolete, o come i 51milioni di mc di acqua che vengono erogati annualmente, ed ancora 89milioni di mc annui di acque trattate che entrano negli impianti di depurazione, ed infine le risorse investite in 5 anni sulla nostra provincia che ammontano a 146milioni di euro, sono esempi concreti sulle dimensioni del tema.
Se poi guardiamo i dati relativi al servizio dei ciclo rifiuti, nel 2008 si è registrata una raccolta di 456mila tonnellate di rifiuti su tutta la provincia, e poco meno del 50% è avviato al sistema del recupero attraverso la raccolta differenziata, anche questi sono dati che fanno emergere con chiarezza la complessità del governo di questa materia.
Dal bilancio sociale non emergono con chiarezza però alcuni dati, che credo sia opportuno evidenziare, come ad esempio il superamento delle 47 tariffe comunali, i ridotte a 4 nel servizio idrico integrato, sforzo che dovrà essere perseguito con decisione anche nella gestione dei rifiuti, ma su questo punto però le leggi nazionali non hanno di certo aiutato il raggiungimento di tale obbiettivo.
In sintesi credo sia dimostrato dai numeri di questo bilancio sociale come sia prioritario, anzi fondamentale, che su queste materie rimanga un forte controllo e governo del pubblico, che deve decidere dove e come investire, per farlo servirebbe un rafforzamento di queste autorità.
Cosa forse non chiara a chi ci sta governando, visto che le scelte compiute, che spaziano dal decreto sulla privatizzazione delle aziende pubbliche, tema che probabilmente sarà oggetto di consultazione referendaria, o le norme approvate in finanziaria che aboliscono le ATO, vanno nella direzione opposta.
Emerge con chiarezza un disegno di ritorno ad un forte centralismo che mina e indebolisce il potere e le funzioni delle autonomie locali, con un appoggio pieno a questa scelta da parte della Lega che a questo punto solo a parole si dichiara federalista, ma non nella sostanza.
Altra cosa che emerge con chiarezza da questo bilancio sociale è la mole degli investimenti che dal 2005 al 2009 è stata investita per migliorare i servizi sul territorio provinciale, cifre che gli enti locali da soli non sarebbero mai stati capaci ci mettere in campo, e questo avrebbe significato di certo avere dei servizi peggiori.













Rispondi