D’Alema: “Lavoreremo tutti al nuovo Ulivo”

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Gianni Riotta intervista Massimo D’Alema dal palco della Festa Democratica Nazionale a Torino – Guarda il video

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Massimo D’Alema, dal palco di Torino intervistato dal giornalista Gianni Riotta, ha analizzato i risvolti più importanti del panorama politico italiano: la crisi e la disaffezione dei cittadini alla politica, l’assenza di una politica industriale in Italia, il processo breve, le elezioni anticipate, l’uso squadrista dell’informazione da parte del governo. Ed infine ha ribadito il proprio appoggio e sostegno a Bersani e alla sua eventuale candidatura in caso di elezioni.

D’Alema ha esordito ringraziando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per “l’ incoraggiare con le sue parole ad occuparsi della vera emergenza del Paese, che è la crisi economica”. “C’è’ la sensazione drammatica – ha aggiunto D’Alema – che la politica si occupi solo dell’agenda del premier e che il Paese sia lasciato a se stesso. In Italia si rischia un drammatico momento di distacco tra cittadini e istituzioni, ad ottobre se davanti alla massa di disoccupati e alla gente in cassa integrazione, il Parlamento e il governo fossero bloccati a discutere l’ennesima leggina sulla giustizia si rischia un varco incolmabile”.

Il Presidente del Copasir ha poi sottolineato il vuoto di iniziativa del governo e l’assenza di una politica industriale. “Il governo non ha fatto nulla per uscire dalla crisi e le disuguaglianze sociali si sono ulteriormente aggravate. La politica industriale è ferma al fatto che non c’è nemmeno il ministro che se ne dovrebbe occupare”. “E’ scandaloso che il premier, in una situazione così difficile per il Paese, non provveda a indicare il nuovo ministro allo Sviluppo Economico. Soprattutto dopo l’impegno solenne preso già da alcune settimane. E’ un segnale anche questo dell’incapacità di Berlusconi a governare l’Italia”.

D’Alema ha quindi esortato affinchè si affronti il grande tema della crisi in Parlamento. “Il governo intervenga altrimenti è meglio che se ne vada a casa”, ha detto, tra i lunghi applausi del pubblico.
E in riferimento alla politica industriale italiana, D’Alema ha espresso la propria posizione sulla vicenda Fiat, ha riconosciuto gli “errori da certe componenti della Fiom” e ha chiesto alla Cgil di “discutere la sua politica rivendicativa in uno spirito di sindacato confederale”. “Marchionne ha dimostrato una grande forza –ha dichiarato – ma ha commesso errori e assunto atteggiamenti sbagliati. Io sono d’accordo con chi dice che con lui bisogna interloquire e che ci vuole coraggio per relazioni industriali di maggiore collaborazione”.

Riotta, ha poi spostato l’attenzione sul processo breve, su cui il governo si è tanto speso. “Processo breve? – ha detto ironicamente D’Alema – lo la chiamerei piuttosto prescrizione rapida, una forma di amnistia che furbescamente aggira una norma costituzionale che prevede una maggioranza qualificata. “Non si vuole accelerare il processo – ha detto D’Alema – ma rendere più facile la prescrizione. Per poter chiudere senza una sentenza i processi che interessano Berlusconi si finirà che moltissimi imputati per reati importanti non pagheranno”.
Quanto alla denuncia di contestatori Pdl a Fini alla festa di Mirabello,

D’Alema ha denunciato: “L’ho detto anche a Fini che è stato colpito dalla violenza dell’aggressione nei suoi confronti, dall’uso squadrista dell’informazione, un trattamento alla Boffo. Qualcosa di estremamente violento e chi ha portato questo stile nella politica italiana è Berlusconi”. E poi ha ironizzato: “Fini è in grado di difendersi da solo, viene da una scuola dove era previsto uno specifico addestramento”.

Massimo D’Alema ha poi spiegato il senso del rapporto che il Pd ha con il Presidente della Camera. “Fini a questo punto deve dimostrare che non si è fatto intimidire dagli squadristi e spiegare le sue ragioni che io credo siano quelle di una destra diversa, democratica con il senso dello Stato. Fini è un uomo di destra ma siccome in nome della legalità critica Berlusconi, mi interessa come interlocutore e non per fare un’alleanza insieme”.

Riotta è passato poi al tema più caldo di questa estate politica: la tenuta del governo e le possibili prossime elezioni. Per D’Alema “è probabile e possibile che, se il governo non tiene, si vada ad elezioni anticipate e noi cercheremo di vincere. Certo, con questa legge elettorale, cercheremo di andarci in compagnia secondo quel cantiere di Nuovo Ulivo che Bersani ha delineato e al quale tutti lavoreremo”.

Così Massimo D’Alema, è tornato a parlare del modello elettorale tedesco da lui preferito. “Sono d’accordo con Bersani, non voglio impiccarmi da nessuna parte, figuriamoci a modelli elettorali. L’attuale legge è da cambiare, si discuta ma vorrei ricordare che da diversi anni, ho fatto convegni e libri per sostenere che serve un bipolarismo più europeo e civile”.

L’esponente del Pd ha quindi attaccato chi, soprattutto nella maggioranza, si oppone all’idea di governi tecnici in caso di crisi, ricordando che “in Italia i cittadini non eleggono direttamente il premier”. “L’idea che i governi che si formano in Parlamento siano un intrigo e una porcheria è un’idea antidemocratica che alberga solo in Italia – ha detto D’Alema – è la prova di una deriva plebiscitaria e dispotica. Vorrei ricordare che in Gran Bretagna senza elezioni sostituirono la Thatcher”.

Massimo D’Alema a margine del suo intervento alla festa nazionale del Pd, ha ribadito e motivato il suo sostegno a Pier Luigi Bersani in caso di primarie per la scelta del candidato premier del centrosinistra. “In tutti i Paesi democratici ci sono governi di coalizione e sono guidati dal leader del maggior partito della coalizione. Noi abbiamo deciso di mettere questo ruolo in palio con le primarie e allora io voterò per il leader del Pd, Pier Luigi Bersani”.


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