Lo stato dell’arte a livello mondiale
(Emiliano Angelelli – http://www.nextville.it/scenari/17)
Continua a crescere senza sosta la produzione mondiale di solare fotovoltaico che nel 2009, secondo l’Earth Policy Institute, ha raggiunto quota 10.700 megawatt.
Mentre la crescita nel 2009 ha “rallentato” rispetto al 2008, quando si è fatto registrare un +89%, essa ha continuato la proprio marcia inarrestabile nel corso degli anni, se è vero che l’industria di settore aveva prodotto 1000 megawatt di celle solo nel 2004. Al termine del 2009, infatti, quasi 23.000 megawatt di fotovoltaico sono stati installati in tutto il mondo, una cifra sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico di 4,6 milioni di appartamenti. Un dato che dimostra come il fotovoltaico sia la tecnologia in più rapida ascesa, che genera ora elettricità in oltre 100 paesi del mondo. Circa l’80% del mercato di settore è coperto dalle celle in silicio cristallino mentre in rapida crescita è il settore del film sottile, con First Solar che nella propria sede in Arizona sforna da sola il 10% della produzione mondiale.
La classifica dei produttori del 2009 vede anche quest’anno la Cina al primo posto con 3800 megawatt, seguita da Giappone, Taiwan, Germania e Stati Uniti. Cina e Taiwan sono responsabili da sole del 49% della produzione, una percentuale che probabilmente continuerà a crescere anche nei prossimi anni se lo scarto nei costi di produzione tra loro e gli altri paesi rimarrà così alto. Nonostante la Cina produca un terzo delle celle mondiali, assai meno diffusa è la tecnologia nel paese, visto che il 90% della produzione è destinata all’esportazione, principalmente diretta verso la Germania. Quest’ultima, infatti, ha installato 3800 megawatt solo nel 2009, più della metà dei 7200 installati in tutto il mondo. Tra i paesi che hanno installato il maggior numero di impianti c’è anche l’Italia con 730 megawatt, appena dietro la Spagna. A seguire Giappone e Stati Uniti, entrambi vicini a quota 500 megawatt.
La capacità mondiale installata di fotovoltaico è cresciuta 16 volte tanto negli ultimi dieci anni in larga parte grazie agli incentivi statali. Sebbene nel corso degli anni i costi di produzione e d’installazione siano decisamente scesi, i governi hanno continuato a sostenere il settore. Un sostegno che sarà necessario finché il solare non raggiungerà la cosiddettà “grid parity”, ovvero il momento in cui il costo del kWh fotovoltaico sarà pari a quelo del kWh prodotto da fonti convenzionali. La parità con i combustibili fossili (altrettanto finanziati) sarà più facilmente raggiunta se ad essi verranno incorporati i costi esterni, come ad esempio il cambiamento climatico e l’inquinamento.
Come è noto, l’incentivo più importante per il solare è la “feed-in tariff” (in Italia Conto Energia) che garantisce a tutti coloro che generano energia rinnovabile un incentivo a lungo termine su ogni kilowattora prodotto. Incentivi del genere sono stati introdotti in circa 50 paesi, tra cui Ecuador, Israele, Giappone, Kenya, Pakistan, Thailandia e buona parte dei paesi dell’Unione Europea. La Deutsche Bank stima che le feed-in tariff sono responsabili del 75% delle installazioni nel 2008. In nessun paese gli incentivi sono stati efficaci come in Germania, un paese con un’irradiazione piuttosto bassa rispetto a paesi più caldi, dove non solo è cresciuta la capacità installata grazie ai grandi impianti ma sono cresciute anche le installazioni domestiche (circa 10 miliardi di euro ogni anno).
Con il crollo dei prezzi dei pannelli (30% solo nel 2009), il governo tedesco ha annunciato che, con l’obiettivo di controllare i costi e mantenere gli incentivi in linea con le condizioni di mercato, ridurrà gli incentivi più di quanto stabilito per legge. Nonostante le preoccupazioni degli operatori del settore, il governo è sicuro che anche con queste misure la crescità sarà assicurata pure nei prossimi anni. La grid parity sarà probabilmente raggiunta in Germania già nel 2013.
Negli Stati Uniti, dove gli impianti connessi alla rete raddoppiano ogni due anni, non esiste una politica di feed-in tariff, ma un sistema di “federal tax credits” insieme con vari programmi locali, tra cui il renewable portfolio standards (RPS) – che chiede alle utilities di ottenere una certa percentuale dell’elettricità che vendono dalle energie rinnovabili – hanno guidato la crescita del fotovoltaico.
Mentre cresce in tutto il mondo l’installazione di piccoli impianti, aumentano anche i grandi e grandissimi impianti. A settembre una nuova centrale di 80 megawatt in Ontario, Canada, ha superato in capacità un impianto spagnolo diventando così la centrale più grande del mondo. Dei dieci impianti più grandi esistenti al mondo, otto sono situati in Spagna e Germania, ma i rapporti in questa lista potrebbero cambiare drasticamente se verranno realizzati (come promesso) ambiziosi progetti nei paesi in via di sviluppo. Solo in Cina, dove attualmente sono installati poco più di 300 megawatt di fotovoltaico, potrebbero essere costruiti nei prossimi anni ben 12000 megawatt di impianti. Negli Stati Uniti ci sono 23 progetti in via di sviluppo nelle zone aride del Sud-ovest che vanno dai 100 ai 5000 megawatt. Per capire le potenzialità del progetto basti pensare che sarebbe sufficiente sfruttare il 2,5% dell’irradiazione annuale in quelle zone per provvedere all’attuale fabbisogno energetico del paese.
Anche l’India si sta muovendo per diventare uno dei maggiori protagonisti del settore fotovoltaico, come annunciato nel novembre scorso nel Jawaharlal Nehru National Solar Mission. Un piano che ha preso il nome dal primo ministro indiano e che prevede 20.000 megawatt di impianti connessi alla rete e 2000 megawatt off-grid entro il 2022. Questa quota sarà raggiunta per metà con il fotovoltaico e per l’altra parte con il solare a concentrazione. Se il grande paese orientale raggiungerà i suoi obiettivi sarà un risultato magnifico per un paese dove 400 milioni di persone non hanno accesso all’elettricità.
Per concludere, nonostante la recessione, anche nel 2010 saranno installati circa 16.000 megawatt di nuovi impianti fotovoltaici, di cui la metà saranno realizzati anche quest’anno in Germania. Gli analisti prevedono, però, che dopo il 2010 le nuove installazioni saranno distribuite fra un numero maggiore di paesi. E con la diminuzione dei costi, le economie di scala che crescono e i governi ancora impegnati a sostenere il settore, il futuro dell’energia solare appare sicuramente luminoso.
*Liberamente tratto da un articolo comparso su Earth Policy Institute di J. Matthew Roney

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