Sono solito a trovare una ragione logica e giustificativa a quasi tutte le scelte che il Pd a livello nazionale, e non solo, compie. Devo dire che l’ho sempre fatto convintamente.
La scelta però sul Presidente della Repubblica ha segnato per me una lacerazione. Non solo non riesco a trovare una giustificazione sulla scelta del gruppo dirigente nazionale, ma anche dopo molte ore l’arrabbiatura non passa. Avevamo in mano alcune carte per fare poker, i nostri avversari avevano apparecchiato la tavola nel migliore dei modi, anche se devo dire che una forza che ambisce a cambiare il paese non si fa apparecchiare i tavoli, lo fa lei. Credo infatti che doveva essere il Pd a dare le carte, doveva essere il Pd a decidere strategie e mosse. Alla fine non solo abbiamo sbagliato un Goal a porta vuota, ma siamo riusciti a farci pure autogol.
Il gruppo dirigente ha dimostrato la sua assoluta distanza dalla base, dalla gente, ha fatto una scelta di palazzo. Il risultato? La deflagrazione del Pd, della sua base, la rivolta dei suoi volontari. Ora credo che si sia dimostrato in modo inequivocabile che questo gruppo dirigete non ha più nulla da dare al paese, e al partito! E’ giunto il momento di prenderne atto, forse siamo ancora in tempo, forse la barca non è ancora affondata e si può riprendere la rotta. Serve un congresso subito e vero. Ma una cosa deve essere chiara; questo gruppo dirigente deve farsi da parte, deve andare a Casa! E’ giunto il momento che una nuova generazione scenda in campo e provi a guidare questa grandissima comunità di donne e uomini che è il PD!


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