Sono uno di quelli convinti che il Pd sia l’unica occasione di riscatto per questo Paese., un partito, una comunità che ha finalmente riunito i riformisti. Per me il Pd è la leva di trasformazione e cambiamento, che riconoscesse il primato del merito, che investe sullo sviluppo sostenibile, che promuove partendo dal territorio classi dirigenti di qualità, che riconosce l’Europa e il suo rafforzamento come antidoto alla crisi sociale, economica e politica.
Con la nascita del Partito Democratico metaforicamente abbiamo bruciato i ponti alle nostre spalle, nel senso che non esiste alternativa al Partito Democratico. Non sarà possibile tornare ognuno nei propri luoghi di provenienza se fallisse l’esperienza del Pd, semplicemente perché qui luoghi non esistono più.
Ecco dove voglio portare il mio ragionamento, sono stanco di sentire il Pd come due cose in una, fatta di ex di qualcosa, riferimenti a partiti che non ho neppure avuto modo di conoscere personalmente, come il PCI o la DC. Partiti che hanno fatto grande questo paese, che hanno compiuto tanti errori e tante cose positive, ma basta per favore, rivolgiamo lo sguardo in avanti, verso il futuro, orgogliosi certo del nostro passato, ma parliamo di cose concrete,
Fuori dal Pd molte persone attendendo un segnale, una speranza,. Per farlo abbiamo bisogno di essere protagonisti ed interpreti del cambiamento. Ci riusciremo se daremo spazio a quel gruppo dirigete che in questi anni è nato e cresciuto all’interno del Pd, che si è fatto le ossa nei consigli comunali, nelle giunte di tante città, ed amministrazioni sparse per l’Italia.
C’è un grande bisogno di Pd in questo Paese. Dal congresso mi aspetto il coraggio di mollare gli ormeggi e di navigare verso il futuro. Non mi interesseranno le storie e i curriculum dei candidati, ma le loro idee ma soprattutto il loro coraggio nell’innovazione , nell’ammodernamento della Politica e del Paese, ma soprattutto la forza che ci metteranno nel cambiamento.



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