Terremoto, Regione replica alla Lega Nord: riclassificazione sismica in Emilia ”è questione nazionale”

La riclassificazione sismica del territorio in Emilia “è questione nazionale di rilevante complessità tecnico-scientifica e va gestita, come stiamo facendo, confrontandoci con gli ambiti di responsabilità appropriati e mettendo in campo tutti i livelli di conoscenza e le migliori competenze”: chiara la precisazione dell’assessore regionale alla Protezione civile Paola Gazzolo, intervenuta per replicare alle dichiarazioni del capogruppo della Lega Nord in assemblea legislativa Mauro Manfredini che aveva richiesto alla Regione Emilia-Romagnal’aggiornamento della classificazione elaborata nel 2003.

“Con questo metodo – ha aggiunto l’assessore – assicureremo, se si rileverà necessario, un cambio di classificazione sismica per quei territori regionali dove l’attuale classificazione non fosse più corrispondente alla realtà. Occorre avere presente che aggravare tale classificazione senza i necessari presupposti rischierebbe di produrre, senza ragione e in via definitiva, maggiore burocrazia, oneri e costi aggiuntivi a carico dei cittadini e della pubblica amministrazione”.

Quelle regole, ha spiegato ancora la Gazzolo, “disciplinano esclusivamente dal punto di vista amministrativo il settore dei controlli sui progetti relativi a nuovi immobili o a interventi sui fabbricati esistenti. A incidere sulla sicurezza sono piuttosto le norme tecniche sulle costruzioni varate nel 2008, indipendenti dalla classificazione e connesse invece alla mappa di pericolosità sismica del 2006. È proprio sull’aggiornamento dei criteri su cui si fonda questa mappa che la Regione è già impegnata”.

In particolare il servizio sismico regionale ha elaborato un primo studio che, oltre ai dati sui terremoti storici, tiene conto di quelli relativi all’assetto geologico del territorio alla luce delle conoscenze acquisite in seguito al sisma dell’Emilia. Rivedere la classificazione sismica oggi, senza una preventiva modifica del testo unico sulle costruzioni già proposta dalla Regione, per la Gazzolo “porterebbe inoltre a un’estensione dei controlli preventivi a tappeto, anche su interventi non rilevanti dal punto di vista della sicurezza”.

“La vera iniquità – ha concluso l’assessore – è che i cittadini del cratere non possano beneficiare del 15% in più di detrazione fiscale previsto dal decreto del Fare per le aree ad alta e media sismicità. Da subito la Regione ne ha chiesto l’applicazione ai Comuni terremotati. Si tratta, comunque, di una norma che, vista la situazione economica del paese, corre il rischio di valere per pochi mesi. L’obiettivo su cui siamo impegnati nel confronto con il governo, insieme ai parlamentari, è invece quello di un provvedimento strutturale, capace di rendere stabili le detrazioni nel tempo, estendendone l’applicazione alle aree dichiarate in emergenza. Serve dunque continuare a operare con i sindaci e l’assemblea legislativa per un approfondimento scientifico e non propagandistico, un lavoro di squadra per la sicurezza”.


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